Generalmente non mi piacciono le definizioni.

Nelle definizioni si omette o si dimentica sempre qualcosa di veramente, veramente importante. Ci sono sempre aspetti che vengono lasciati fuori. Tuttavia, dobbiamo definire un quadro di riferimento in cui possiamo comprendere il concetto di esclusione.

Possiamo quindi iniziare dicendo che l'esclusione è una questione multidimensionale. Ha una dimensione morale, ideologica, sociale e istituzionale/giuridica.

L'esclusione, fondamentalmente, parte da una percezione morale che intende “l'altro”, come qualcuno che non può essere riconosciuto non solo da una comunità, ma da qualsiasi comunità che si consideri tale. Questo “altro” può essere un individuo o un gruppo.

Inoltre, l'esclusione è un principio ideologico che viene interiorizzato nei valori e nei sistemi di credenze delle persone, e si realizza attraverso i giudizi e le azioni.

L'esclusione minaccia soprattutto coloro che possono essere considerati vulnerabili...

E di base minaccia “l'altro” vulnerabile. Questo “altro” vulnerabile è qualcuno che di solito, non sempre, ma nella maggior parte dei casi, si trova in una posizione di potere inferiore rispetto alla comunità dominante

L'esclusione è storicamente determinata, nel senso che assume forme diverse in società diverse e in periodi storici diversi. Ad esempio, si ha...

...L'antica comunità greca, la polis, da cui la donna e lo schiavo sono esclusi. Per esempio, c'è la comunità medievale in cui il disabile o il malato di mente o il lebbroso sono esclusi.

Oggi viviamo in una società molto più complessa, quindi anche l'immagine dell'”altro” vulnerabile è cambiata. È più sottile, ma comunque ancora più onnipresente.

Possiamo dire di aver raggiunto un livello di maturità morale tale da non nascondere più l'”altro”, vulnerabile semplicemente perché non possiamo farlo. È ovunque, le nostre società sono cambiate, sono multiculturali e in un certo senso multietniche.

Pertanto, l'altro vulnerabile è cambiato. Ora l'esclusione avviene attraverso il genere, l'origine etnica, l'orientamento sessuale, eccetera eccetera. Ora, una cosa che dovremmo capire è che...

… l’esclusione...

...non avviene in alcuni punti della società. Succede ovunque. Si verifica ovunque al macro livello, cioè nella società in generale.

Ad esempio, abbiamo casi di esclusione legalizzata. Un caso a cui si può pensare è l'apartheid.

Tutte le leggi di segregazione raziale in vigore negli USA fino agli anni ‘60.

Inoltre, abbiamo il livello meso. Per esempio, possiamo avere una scuola nel nostro contesto che utilizza pratiche di esclusione o a livello micro, che è la classe, dove la persona che esclude può essere l'insegnante o...

.. gli studenti stessi. In questo senso, e per tornare all'aspetto ideologico che abbiamo citato, si può parlare di una mentalità esclusiva.

Sebbene l'esclusione sociale possa essere riscontrata in ogni fase della vita, la incontriamo nelle scuole e l'esclusione sociale nelle scuole si riferisce alla mancanza di legami e partecipazione da parte di un gruppo di pari.

Gli studenti possono facilmente escludere un membro della classe e nominarlo come “l'altro”.

Forse a causa della sua etnia e della sua religione, della sua condizione economica, dei suoi problemi familiari...

...o anche a causa del suo successo o del suo fallimento.

Ma gli esseri umani sono creature sociali. Hanno bisogno di comunicare con gli altri e di far parte di un gruppo sociale, soprattutto in giovane età.

Ed è fondamentale per un sano sviluppo mentale. E per favorire questo sviluppo, siamo noi ad avere la maggiore responsabilità di includere.

In quel caso...

… Non stiamo cercando di rendere tutti gli studenti di un unico colore, non vogliamo che siano arancioni o gialli.

Il nostro obiettivo principale è creare un bell'arcobaleno con tutti i colori in armonia. Sono diversi ma eccellenti sotto molti aspetti. Grazie.

Sebbene l'esclusione sociale possa essere riscontrata in ogni fase della vita, la incontriamo nelle scuole e l'esclusione sociale nelle scuole si riferisce alla mancanza di legami e partecipazione da parte di un gruppo di pari.

Gli studenti possono facilmente escludere un membro della classe e nominarlo come “l'altro”.

Forse a causa della sua etnia e della sua religione, della sua condizione economica, dei suoi problemi familiari...

...o anche a causa del suo successo o del suo fallimento.

Ma gli esseri umani sono creature sociali. Hanno bisogno di comunicare con gli altri e di far parte di un gruppo sociale, soprattutto in giovane età.

Ed è fondamentale per un sano sviluppo mentale. E per favorire questo sviluppo, siamo noi ad avere la maggiore responsabilità di includere.

In quel caso...

… Non stiamo cercando di rendere tutti gli studenti di un unico colore, non vogliamo che siano arancioni o gialli.

Il nostro obiettivo principale è creare un bell'arcobaleno con tutti i colori in armonia. Sono diversi ma eccellenti sotto molti aspetti. Grazie.